Rosalba Bellomare


fotografia archivio Mezzocielo

 

 

Non volevo credere ai miei occhi quando stamattina una mia conoscenza sui social pubblicava la pagina de Il Foglio “Donne per Giorgia”, l’intervista ad Alessandra Bocchetti in cui annunciava con soddisfazione: “Ma quale fascista! Meloni ha reso la politica femminile”. Sì, ripeto, non volevo crederci, volevo capire perché proprio lei femminista storica del nostro Paese arrivasse oggi a credere che la politica del Presidente del Consiglio ha reso la politica femminile.
Leggendo l’intervista il mio pensiero andava alle grandi madri del ‘900, a Letizia Battaglia e Simona Mafai maestre nel condurmi a guardare il mondo da un altro punto di vista, da donna e militante dei diritti delle donne. Ricordo ancora le battaglie condotte insieme contro la violenza e la sopraffazione della mafia qui a Palermo nel profondo sud, pesavano sulle nostre coscienze cento morti al mese tra affiliati e vittime. Pensavo ad Angela Bottari, anche lei maestra sui diritti delle donne, e soprattutto a lei sarò sempre grata per essersi battuta negli anni ’70 perché fosse abolito il delitto d’onore e la legge sull’aborto e confermato il divorzio. E invece dalle parole della Bocchetti sembrava che in quegli anni per i diritti si fossero battute solo donne fuori i partiti e riflettevo: cara Alessandra, ma se non ci fossero state loro nei parlamenti regionali e nazionali, se non ci fossero state le donne dei partiti a mediare con gli uomini ed i politici, oggi cosa avremmo?
Se non ci fosse stata Tina Anselmi a promuovere una riforma perché le donne potessero avere accesso in tutti i concorsi pubblici, tra cui quelli in magistratura, cosa saremmo oggi? Non ti riconosco cara Alessandra, non riconosco il fatto che per fare politica bisogna essere forti e determinate ed avere potere, il potere la signora Meloni sì se l’è conquistato, ma come? Non lo ha fatto con gli stessi strumenti di un uomo? E che politica femminile c’è nel suo governo? Quella della ministra Roccella, che le è servita soltanto ad introdurre nei pochi consultori presenti nel paese le associazioni pro-vita per scoraggiare le interruzioni di gravidanza?
Mi rammenti, cara Alessandra, quali politiche femminili abbiamo potuto riscontrare in questi due anni di governo da una donna che fascista non sarà ma è certamente una donna di destra? Ti piace la sua leadership e la sua competenza in politica estera? Ma sei proprio sicura che la politica estera è la competenza principale della Meloni? La politica estera dell’Italia è soprattutto la Farnesina, non Il Presidente del Consiglio di turno, la politica estera è il Presidente della Repubblica, che ha chiarissimo chi è la Meloni. La Meloni non è la Thatcher, non è la Merkel, è quella che mostra di essere una donna dei social, che sa comunicare senza contraddittorio, che come primo passo ha reso la TV italiana banale e senza appeal, i tg sono il suo verbo e se vuoi sapere come è la realtà è meglio che non segui il tg1. Ma dove sta la democratica Meloni che ama parlare solo attraverso i suoi soliloqui?
Il fascismo non avrebbe avuto una donna premier, sì è vero ma eravamo negli anni ‘20 del ‘900, oggi le donne di destra sono tante in quegli anni avremmo dovuto cercarle con il lumicino, preferivano avere un ruolo secondario di vestali e la storia ce lo conferma, la loro storia non è affatto storia di conquiste per le donne.
Delle tue lotte la Meloni ne ha fatto una questione personale e basta, la sua libertà di poter tenere una figlia al di fuori del matrimonio è soltanto grazie alle tue lotte ed alle mie lotte e scelte, non alle sue. Le donne di destra a livello legislativo difendono la famiglia tradizionale, non la libertà di scelta, non sono solidali con le altre donne, credono solo di essere esenti dalle regole che vogliono per le altri e gli altri.
Eppure, mi ricordo che soltanto due anni fa tu facevi appello alle donne perché si uscisse dal silenzio e si cominciasse a riprendere la parola per tutte le emergenze che la pandemia aveva prodotto. Scrivesti una bella lettera che convinceva e che esortava a riprendersi il tempo, invitandoci ad un’assemblea non proprio aperta parlavi di incantesimo ripercorrendo la storia delle grandi manifestazioni ed io voglio sottolineare: “E poi il terzo incantesimo, (2011) Se non ora quando portò un milione di donne nelle piazze d’Italia.
Mentre il Parlamento affrontava il tema delle serate burlesque del nostro premier, le donne erano alle prese con una vita quotidiana sempre più difficile, tagli ai servizi, tagli alla sanità, tagli alla scuola, ed erano proprio arrabbiate.
Il 13 febbraio, in una piazza del Popolo gremita, a manifestazione conclusa, non volevano tornare a casa e interpellavano il palco “Diteci cosa dobbiamo fare”.
La tua Meloni si guardava bene dal prendere le distanze dalle serate burlesque del premier di allora, la ministra alla Gioventù si guardò bene da prendere parola per i servizi tagliati, né più e né meno oggi siamo nelle stesse condizioni, il Premier Meloni non ha spostato neanche di un passo le politiche femminili che riguardano noi, le donne lavoratrici, le donne pensionate, le giovani.
Io non mi sento stereotipata o ideologica, ho sempre pensato che grazie a voi e alle vostre battaglie sposate dalle donne elette nei partiti di sinistra si sia potuto andare avanti e non indietro, la tua intervista guarda ad una donna non alle donne.
Sostenere che Elly Schlein la insegua è una grande ingiustizia, sai benissimo quanto lavoro politico ci sia dietro alle piccole percentuali di vantaggio che la segretaria DEM ha ottenuto, non hai vita se fai politica sul serio, non hai neanche il tempo di pensare perché le responsabilità pesano come macigni.
Le donne di sinistra fanno “l’opposizione frivola”? Dipende anche da noi dare forza e strumenti affinché le donne possano trovare il terreno comune. Certo, sostieni che dai contenuti della Meloni sei lontana; eppure, ti piace vederla forte nel suo matriarcato. Ma ti piace tanto il suo essere una matriarca di potere? Il matriarcato lo trovo pericoloso ed ingiusto quanto il patriarcato, è qualsiasi rapporto di dominio che lo è.
Concludi facendo riferimento alla questione della gestazione per altri, su cui a quanto pare ti senti vicina alle sue posizioni. Quindi ti pare giusto trattare una questione così delicata a forza di divieti e di criminalizzazioni? Ti pare che sia un modo “femminile” di affrontarla?  Il guaio di Meloni sono gli uomini che le stanno attorno, come dici? Non sono soltanto attorno, sono dentro di lei. Lei ha la stessa cultura e la stessa tendenza a trattare i problemi sociali con la durezza, le proibizioni, i veti dei despoti.