
fotografia ufficio stampa teatro Biondo
Egle Palazzolo
Non era facile, ma ce l’ha fatta, Vincenzo Pirrotta a fare teatro con “terra matta”.
Un rischio davvero se, non si è attori come lui e non si vive sul palcoscenico come a casa propria, se non si è appassionati, generosi e, soprattutto, creativi.
Coadiuvato da Lucia Portale, Alessandro Romano, Marcello Montalto cast in dovuta simbiosi con le essenziali musiche rese da Luca Mauceri, Mario Spolidoro, Osvaldo Costabile, può dirsi che Pirrotta abbia trovato la chiave giusta, per portare in scena l’autobiografia (di oltre mille pagine) di Vincenzo Rabito (1899-1981) un contadino siciliano quasi analfabeta che traccia quel suo originale diario- racconto, che è “terra matta” sapientemente curato e proposto da Evelina Santangelo per l’editore Einaudi.
Rabito scrive in forma strettamente dialettale, con ovvie sgrammaticature, ma con il costante bisogno di fare memoria dei tanti eventi che coinvolgono il suo paese di origine (Chiaramonte Gulfi a pochi chilometri da Ragusa) e di quelli assai gravi che coinvolgono l’Italia intera. Fa conoscere la sua vita da giovanissimo, la povertà, le angustie, il bisogno accanito di trovarsi un lavoro e tutte le avventure che vivrà: i viaggi e soprattutto le guerre. La Prima guerra mondiale, e anche la seconda, guerra che detesta: la prima beffardamente vinta, la seconda persa ma in breve divenuta “apriporta” di un boom economico variamente inteso. E il tutto senza dimenticare il ventennio fascista e le sue peculiari identità.
Terramatta rimane un “novecento” affastellato in modo diretto da un uomo semplice ma capace di tenere gli occhi e il cuore aperto, di nessuno amico o nemico per caso. La materia è tanta e nel 2007 un esempio assai suggestivo dell’interesse che suscitò fu il film di Costanza Quatriglio che lo sceneggiò con la produttrice Chiara Ottaviano e che trasse ispirazione dalla riscrittura fedele di Evelina Santangelo.
Tre donne che furono insieme, l’anno successivo, per ricevere dal “Centro di ricerca per la narrativa e il cinema” la Targa Efebo d’oro.
Questo per dire del cammino fatto in tutta modestia ma con chiara consapevolezza da un inconsueto scrittore come Rabito il cui protagonismo è colto e perfettamente centrato, coi toni del “cuntu” dalla godibile versione che ne fa, in palcoscenico, solo calcando qualche volta la mano, Vincenzo Pirrotta.
Dolente e ironico, grottesco, motore assoluto delle scelte vistose, dei colori, delle musiche delle musiche soprattutto e delle canzoni “ad usum delphini”, ha avuto alla prima di venerdì scorso un consenso assoluto.
Nel foglio di sala, peraltro, Pirrotta racconta della sua vicinanza al testo divenuto un bestseller al quale si dedicò, anche per letture pubbliche e partecipazioni a festival letterari insieme a Evelina Santangelo.
Quasi un passo obbligato quindi per Vincenzo uomo di teatro mettersi i panni di un Vincenzo uomo contadino e restituirci dalle pagine, le cose essenziali, che fuori da retorica e interessi e fanatismi fanno più legittimamente storia.
La recensione di Egle Palazzolo combina le notazioni sullo straordinario spettacolo di Vincenzo Pirrotta con le notizie sulla vicenda editoriale del diario biografico di Vincenzo Rabito, ricordando l’amore primigenio di Pirrotta per il singolare libro dell”analfabeta’ Rabito. Questo antico legame, a lungo coltivato (ricordiamo il primo adattamento di ‘Terra matta’ circa 15 anni fa) spiega come Pirrotta sia riuscito a dare corpo voce lingua al contadino di Chiaramonte Gulfi e ad incarnarlo sulla scena sprigionando tutta l’energia vitale del ragazzo povero che si è fatto uomo lavorando e lottando per un riscatto sociale faticosamente raggiunto. Grande Teatro ‘Terra matta’ di cui Egle Palazzolo coglie tutte le componenti – scene luci musica recitazione lingua – che concorrono a creare un vero prodigio sulla scena.
La recensione di Egle Palazzolo è puntuale nell’illustrare l’opera e la messa in scena di Terra matta di Vincenzo Rabito, interpretata da un bravissimo Vincenzo Pirrotta. La vitalità e la positività di questo uomo classe 1899 ci viene restituita tutta nella fisicità prorompente del nostro magnifico interprete !!