Margherita Celestino
14.11.2022
È difficile notare quello che vedi tutti i giorni.
David Foster Wallace
Le paranoie sono ginocchiere con cui speriamo di evitare di sbattere contro le superfici più rigide delle nostre vite. Il problema è che le noie sono imprevedibili e noi non possiamo pararle tutte. Se ci provassimo ci ritroveremmo chiusi dentro casa, immobilizzati dal vivere e con un’unica noia ancora più ingombrante: l’odio verso la vita stessa.
La parola noia viene infatti da “inodiare” che tradotto dal latino significa “avere in odio”.
E se l’odio è l’opposto dell’amore, allora è anche sinonimo di mancanza di azioni, di cure.
Potrei continuare all’infinito, ma per sapere cose sull’amore bell hooks ha scritto un libro molto più appropriato di una pagina di diario che si chiama “all about love”.
Un libro che per ora so che stiamo leggendo in tanti e saperlo mi fa sentire insieme ad altri.
Torno ad un paio di domande:
L’amore si manifesta tramite i gesti o sono i gesti che creano l’amore?
Che scarpe ci vogliono per camminare nel mondo?
Questa è un’altra domanda e non so se i calli siano sufficienti.
Mi pare evidente che più l’idea della morte si avvicina, più quella della vita si rafforza.
Non c’è altra spiegazione, più stai per morire, più vivi, ma il tragitto da A a B è pieno di vuoti di memoria. Cose non viste. Disattenzioni. Volontà illusorie. Paure. E tu stai lì a ripararti da tutto e a pensare di poter crescere soltanto tramite le spaccature del marciapiede, come le piante infestanti o, se ti va bene, diventi un dente di leone.
Pioggia. Sole. Vento. Tempeste. Nessuno ti raccoglierà perché sei povero e anche sporco, appartieni alla strada, non hai scelto tu di occupare quello spazio, ti è soltanto capitato e quindi non ti sei preso la tua responsabilità, non ti sei impegnato abbastanza a trovare un posto migliore. La tua abilità di rispondere a te stesso è ferma all’esigenza di respirare, riprendere fiato per poi riaffondare le tue radici in un’apnea vuota e sarà così fino alla fine a meno che qualcuno non si accorga di te.
Tu, per esempio.
Ci hanno insegnato ad occupare poco spazio e a pretendere grandi cose ed è così che molti di noi sono finiti ad occupare troppo spazio in sé stessi e a fare cose minuscole seguendo un unico principio: la felicità va tenuta nascosta sotto il livello della strada, fuori dalla pelle del mondo, così non rischierò di perderla un’altra volta.
“La preoccupazione è come essere seduti su una sedia a dondolo,
ci si muove sempre ma non si va da nessuna parte.”
Mark Twain
La voce del buon senso:
Nella vita bisogna darsi da fare per trovare un’occupazione.
Il dubbio:
occupazione o – cupa – azione?
Una riflessione:
È in questa crepa in cui molti di noi cadiamo senza rendercene conto.
La differenza tra le due parti è il metterci se stessi così che quella “o”, che rimane sospesa al centro tra le due possibilità, possa essere cancellata giorno dopo giorno dall’amore.
Una tautologia:
L’azione occuperà realmente il tempo e lo spazio, ovvero arriverà a toccare l’altro, quando l’essere cupo che ci tiene indietro potrà lasciare in pace l’azione.
Amore si dice anche: impegno, responsabilità, attenzione e in molti altri modi.
La cura:
Anche se siamo esseri mobili a quattro zampe, abbiamo bisogno di un annaffiatoio e tanta acqua, ma se ce ne diamo troppa, appassiremo allo stesso modo del basilico.
Nota: Spesso l’uomo a livello anatomico è paragonato all’albero – i piedi come le radici e i pensieri come le foglie – nonostante la cosa che lo ha fatto diventare quello che è sia soprattutto il fatto di muoversi.
È strano il fatto che non siamo animali e neanche piante, ma un po’ entrambi.
Una contraddizione: Il bisogno di radici in noi equivale alla necessità di spostamento.
Domanda: Che succede quando sostiamo senza direzione?
Sos – ti – amo.
Risposta comune:
Un giorno ti svegli e non sai più chi sei, hai pensato troppo, hai cancellato tutto.
Si è già compiuta e consumata ogni cosa nella tua mente, motivo per cui non vai più avanti, ma r-esisti con una gigantesca “R” in mano che non sai dove p(iù)-osare.
Questa sosta-attesa si può trasformare in modo inaspettato in una tua stessa richiesta di amore lanciata al vento che vuole solo ritornarti addosso come un boomerang.
E si spera che tu possa coglierla stavolta.
Al contrario delle tue aspettative, per primi la colgono gli altri che, sentendosi investiti e impotenti, cercano di risolvere con il loro calore il tuo gelo, ma senza il tuo aiuto non ci riusciranno mai.
Te ne accorgerai.
Inizierai ad occupartene, prima tenendoti da parte e poi appartenendoti un po’ di nuovo. Una volta che ci sarai, ricomincerai a cercare un’occupazione…
Nascere migliaia di volte è un lavoro.
Considera anche la variante “accupare”