“La Compagnia del Sonno” di Roberto Alajmo – in scena al teatro Biondo Palermo
Egle Palazzolo
Il committente non c’è , la manda a dire. Non è di scena ma è motivo essenziale di lavoro per quella minuscola compagnia di attori che devono rappresentare i suoi sogni, proprio quelli del tipo richiesto.
Giusto che la notte è popolata, ci vuole un sogno bello e occorre provvedere. Ma il tempo passa, magari non ci si intende, i quattro si bardano di abbigliamenti diversi, provano scene che non faranno. E del resto quanto dura un sogno? si dirada assai presto. Roberto Alajmo ci ha fatto un pensierino e….si è mosso oltre il racconto, il romanzo o pressoché il saggio e ha detto: Teatro. Mi avvalgo del teatro .Che è però anche un’insidia, ti offre tanto ma a volte si fa solo sfiorare.
“ La compagnia del sonno” , quattro attori senza paga né contratto, contributi e certezze sul lavoro, aspettano nervosi, irriverenti , saltando e muovendosi in modo disordinato e volutamente illogico e parlano e gridano tra loro, in misura sintatticamente scomposta. La loro attesa ha uno sbocco per l’arrivo di un vecchio noto capocomico, Scalogno ( che, si coglie, vuol richiamare personaggio drammaturgicamente assai noto) in realtà più infelice e a disagio di loro e , che anzi, in odor di antico mestiere ,si ritrova a morire sulle amate tavole, travolgendoli ulteriormente Ma il tema è ampio ed è ricorrente .Del sogno, di ogni sogno, di tutti i sogni si parla assai spesso. Ci incuriosiscono, ci disturbano, raramente ci esaltano, ci chiedono un perché E , dalla cabala al dottore ,alla vicina di casa, ci pongono domande ,quesiti, ci lasciano paure. E se ,il più spesso fortunatamente ,la realtà ha il sopravvento e il giorno è fatto anche di sole, sogno è parola ricorrente: “ la vita è sogno” “sogno ma forse no” titoli con tanto di autore o “ i sogni muoiono all’alba” per fermarci a uno solo dei tanti film con dentro la parola sogno qui soprattutto incubo, ….”ma sognavo e il bel sogno svanì” del genere canzoncina sdolcinata. Senza contare i punti chiave di una analisi che padre Freud schematizzò assai credibilmente e che Jung ,suo discepolo alla pari in qualche modo rovesciò . che sono stati ripresi in misura suggestiva e penetrate da Vittorio Lingiardi autore di “ L’ombelico del sogno ”.In brillante conversazione col maestro Omar Wellber direttore musicale del teatro Massimo, lo ha presentato egli stesso al Teatro,nel corso di un bel pomeriggio anche musicale e canoro. E questo solo appena in coda all’offerta teatrale fuori programma, che Alajmo ,ha portato da Napoli a Palermo , al teatro Biondo richiamando l’attenzione del pubblico per una intera settimana. Stiamo ,per qualche motivo in più preoccupandoci alacremente del nostro rapporto coi sogni ? In ogni caso Roberto Alajmo ”ci ha rimesso il dito. Eterno sogno, sogno o son desto ,ma come la mettiamo? Vogliamo lodare il nostro inconscio per qualche rara illusione? O dobbiamo credere che, massimamente è frutto delle nostre emozioni, dei nostri non sepolti desideri. E se sognare più volte bello non è, se un pasto leggero prima del letto notturno va meglio che una sbronza per evitarlo, resta il fatto che ti servirebbe un sonno amico, risolutore , la notte amica, la notte del riposo, il compenso per i patemi del giorno. Vorresti tutto considerato, un sonno senza compagnia. E ciao ai guitti- Riposo anche per loro, E magari un bel sogno.
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