TULLIO PUGLIA//GETTY IMAGE

 

 

Egle Palazzolo

Come dire “la grande bellezza” come dire teatro, arte, uniche frontalità possibili e in qualche modo vincenti sulle brutture della vita. Ha così ricordato, in apertura della conferenza stampa per la presentazione ufficiale di quanto ci attende al teatro Massimo per la stagione 2024/2025, il sovrintendente Marco Betta. Accanto a lui, il Sindaco della nostra città Roberto Lagalla nel ruolo di presidente della Fondazione, Alessandro Di Gloria, responsabile della programmazione, Jean Sebastien Colau, direttore del corpo di ballo, Ettore Artioli, di recente nominato direttore esecutivo del Teatro Massimo e Giampiero Cannella assessore alla cultura del Comune di Palermo e ora anche suo vicesindaco. Marco Betta ha poi in sintesi configurato i contenuti del futuro programma che ripete nelle sue scelte e per grandi linee il tema dello scorso anno, Eros e Thanatos, ed ha sottolineato come il teatro lirico sia vivo e come si persegua l’azione già iniziata per arrivare alle giovani generazioni e quella di una sua “uscita” per coinvolgere un pubblico per molte ragioni sconosciuto o lontano. Quindi la parola, in collegamento video a Omar Meir Wellber, che per oltre quattro anni è stato, apprezzato direttore musicale del Teatro palermitano. E sarà proprio lui ad aprire la nuova stagione il 24 novembre prossimo col nuovo allestimento di “Le grand Macabre” di Gyorgy Ligeti. In prima esecuzione a Palermo. A illustrare il programma nel suo fil rouge, con chiari e esemplificati richiami a scelte e allestimenti, è stato Alessandro Di Gloria, che proprio dell’opera di apertura ha segnalato ,musicalmente, in relazione al tema di fondo,  “la visione” e il “ linguaggio”. Otto le opere in cartellone tra cui Otello che torna in scena da noi dopo undici anni con una regia particolare, quella di Mario Martone. Illustrati da Jean Sebastien Colau, i quattro balletti programmati tra cui” lo Schiaccianoci” di cui con Vincenzo Veneruso curerà la coreografia e “Giselle”da lui diretto e riproposto con il Corpo di ballo del Teatro Massimo. E dunque Roberto Lagalla: il primo cittadino ha voluto ribadire il suo legame col teatro Massimo datato ben prima del ruolo che la carica di sindaco gli assegna, con tutta la responsabilità che ne deriva e si è complimentato con la “salute” che oggi, in ogni aspetto la Fondazione gode, cogliendo occasione per allargare soddisfazione e ottimismo rispetto alle attuali condizioni di una città che a lui fa capo e che è, ha detto, la terza in Italia, per capacità occupazionali. Quindi nella bella sala che porta il nome di Basile (dal Teatro Massimo a Villa Igea, un nome che si fa legame). La parola agli astanti. In verità silenzio o quasi tranne per l’intervento deciso di un noto giornalista palermitano che del settore culturale si occupa da tempo, che ha fatto notare come fosse innegabile l’attesa del pubblico verso una chiara notizia di sostituzione o conferma dell’attuale sovrintendente in esaurimento di mandato (e per di più, va aggiunto, con la carica ad interim di direttore artistico che apre a delicate aspettative) da qui a brevissimo termine. Alla domanda assolutamente dovuta ma probabilmente considerata evitabile, ha risposto con encomiabile prontezza il sindaco Roberto Lagalla che ha ricordato il ricorrente modus dicendo come “squadra che vince non si cambia” raccogliendo il lungo convinto applauso del pubblico che lo ha considerato affermazione di una riconferma di Marco Betta. Ma voleva comunicarci con chiarezza questo il nostro sindaco o trasmetterci un suo convinto pensiero che dovrebbe l’altro luogo essere condiviso? Per sapere se Marco Betta, che ha dal canto suo ha un curriculum di compositore e di esperto musicale di tutto rispetto e un futuro non opinabile, resti ancora nostro Sovrintendente e con a fianco personalità da par suo, conviene attendere le prossime settimane.  Come suol dirsi con saluti ed auguri.

Post scriptum che ratifica il dubbio nella nostra precedente riflessione lo scambio infelice di battute qualche ora fa tra il presidente della Regione siciliana e il sindaco di Palermo. Pare che infatti che per l’On. Schifani conti certamente il merito ma che esso non tolga la sostituibilità. E tra squadra che vince e nessuno è insostituibile, con tutto il rispetto dovuto, noi cittadini ma soprattutto assidui frequentatori del Teatro Massimo, abbiamo da fare non piacevoli letture.