Daria D’Angelo
“Come stai?” è una domanda preziosa.
Ancor più lo sarebbe, se fosse stata posta in tempo a Nina Corradini e Anna Basta, le due atlete delle “Farfalle Azzurre”, squadra nazionale di ginnastica ritmica che rappresenta l’Italia a livello internazionale, vincitrice di numerose medaglie e importanti riconoscimenti.
Adesso, dopo un esposto firmato dalle madri delle due ragazze che hanno denunciato i maltrattamenti subiti da parte degli allenatori della palestra da loro frequentata, se ne parla con un’ottica diversa e attenta ad altri penosi aspetti. In precedenza le due Farfalle Azzurre, avevano già raccontato di umiliazioni, costrizioni e pressioni subite quando frequentavano l’Accademia di Desio riguardo al peso corporeo da mantenere.
“Ricevevo insulti se non riuscivo a dimagrire, per questo sono scappata dal calvario della ginnastica ritmica”, aveva raccontato una delle due ragazze.
Anna Basta ha rivelato di essere arrivata anche all’ipotesi suicidio.
Si apre dunque, su questa realtà, un mondo fatto di dolore, un prezzo esorbitante da pagare nel difficile equilibrio fra benessere e successo, fra ossessione e risultati sportivi impareggiabili.
E quindi, come si saranno sentite queste ragazze? La loro vita, alla luce delle loro testimonianze, appare un’oscillazione fra paura di fallire e voglia di ribellarsi a un rigore eccessivo che le stremava, senza alcuna parvenza di comprensione e gentilezza.
Se lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce, penso che prima di qualsiasi risultato venga la salute delle persone, ed è necessario che ci sia un confine ben definito fra la disciplina e le modalità da adottare per raggiungere gli obiettivi.
Tutto questo non vuol dire demonizzare la ginnastica, che è un mondo magnifico benché complesso, ma va protetto da ogni forma di abuso.
La ginnastica ritmica, più di altri sport, ha sicuramente nell’argomento peso, uno dei suoi aspetti cruciali, sottile è il confine fra rigore e violenza, ma la qualifica di un allenatore non può sconfinare nell’umiliazione e nella vessazione.
Le farfalle hanno diritto di “volare” libere, integre nel corpo e nell’anima.
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