A come amiche, per Giulia.
Deborah Pirrera
Più se ne parla meno se ne avrebbe voglia di parlarne, più se ne scrive meno se ne avrebbe voglia di scriverne. Già tutto è stato scritto e detto. Ne hanno parlato sociologi, psicologi, esperti, forze dell’ordine, telegiornali, radio. Si sono espresse grandi firme, personaggi pubblici, attori e cantanti. Io ho impiegato ore a scrivere queste righe: le ho lette, rilette, più volte cancellate ogni volta sopraffatta dalla loro banalità. Poi mi sono arresa: la vera
dopo Giulia Cecchettin
Egle Palazzolo
Bruna, minuta, faccino arguto, espressione ironica e sorridente, di Giulia Cecchettin, parliamo da settimane. Anche se il suo caso, quello di rimanere inesorabilmente vittima della brutale violenza maschile, aveva un gran numero di precedenti e altri se ne sono assommati immediatamente dopo, abbia preso come non mai la cronaca e ribellato le nostre coscienze, egualmente corre il rischio che il silenzio cali su quanto nella sua specificità, abbia
Grigio Infernale
Daria D’Angelo
Io sono ebrea. No, palestinese. O forse, russa o ucraina, o siriana, o afgana. Sono europea? Americana? Africana? Ho la pelle giallognola e gli occhi a mandorla? Non lo so più chi sono.
Sono un essere umano. Un essere umano spaventato dalla guerra e dalla morte.
Cristiana, ho ricevuto un’educazione borghese; sono stata solo più fortunata perché sono nata nella parte ‘giusta’ del mondo ed ho la pelle più chiara di quella mia sorella che, nata in un
Per la vita, contro le vendette
Su quel che accade in Israele e Palestina
Beatrice Agnello
Si dà per scontato che, finché c’è la guerra, non si possa sostituire Netanyahu. Non lo credo affatto, Netanyahu è il peggior premier che Israele abbia avuto, e, fra l’altro, ha favorito negli anni i successi di Hamas a Gaza per indebolire l’Autorità nazionale palestinese e separare il popolo della Striscia da quello della Cisgiordania per meglio combattere entrambi. Le teste pensanti di Israele lo avversano da
Donne, vino, impresa e Maria da non dimenticare
Egle Palazzolo
Sotto un certo aspetto potremmo chiamarla un’altra faccia ancora del femminismo. Che vuol dire prendere in mano le situazioni, programmarsi, lavorare e battersi anche su un terreno prevalentemente maschile per ottenere risultati evidenti con quel tanto di diversamente positivo che è della donna. Né lotta né spallate ma la voglia di misurarsi con il mondo intorno perché nulla è immobile o scontato.
Per molti aspetti ne dà esempio “l’Associazione
Essere insieme al posto giusto e fuori posto. Da Messina a Palermo contro la violenza sessuale
Caterina Pastura
A Palermo vado insieme a una carissima amica di lungo corso, Amina, e a una ventina di donne (ma c’è anche qualche uomo tra noi) che in gran parte conosco solo di vista, con il piccolo bus organizzato dalle ragazze di Non Una Di Meno. Eccola lì, la lingua coi suoi lampi, coi suoi segnali d’allarme, la lingua che non perdona il tempo: ho scritto ‘ragazze’, laddove fino a