SORELLE AFGHANE VERSO LA LIBERTÀ
Biancamaria Cordovani
Ho conosciuto Thamina un anno fa alla Penny Wirton di Messina, una scuola gratuita di italiano per migranti. Attivista per i diritti delle donne, è fuggita dall’Afghanistan con la madre e la sorella, anche lei attivista, per raggiungere il Pakistan; da lì, dopo varie peripezie, ha raggiunto l’Italia con i corridoi umanitari della Chiesa Valdese.
Arrivata da pochi giorni, non sapeva una parola di italiano, comunicavamo con un po’ di inglese, ma soprattutto scambiandoci sguardi e gentilezze.
Migrant writers
Deborah Pirrera
Foto di Marta Passalacqua
Seguendo i fatti di cronaca di questi ultimi mesi erroneamente si potrebbe credere che il “problema” migranti in Italia sia stato risolto. Scomparsi dalle notizie di cronaca e dalle pagine dei giornali, non da quei mari che sono costretti ad attraversare in condizioni che potremmo definire precarie, sapendo di non
ALEKSEJ NAVALNY. L’ANIMA RUSSA NELL’ERA DIGITALE
Fotografia Desideria Burgio
Beatrice Agnello
Chissà perché mi viene un irresistibile bisogno di parlare di Navalny ora che è stato seppellito dal turn over mediatico, che non è dissimile da un mostro divoratore e chiede sempre nuovi fatti e personaggi labili da innalzare e sacrificare sugli altari del mercato pubblicitario.
Forse, mi viene di parlarne perché leggo fra i post di Facebook dei giorni scorsi che c’è chi, anziché condannare senza
Le matite contro i manganelli
fotografia di redazione
Rosalba Bellomare
L’ho vista per la prima volta in TV dopo la vittoria, una faccia bella, un volto aperto, una persona normale e competente.
Ha concluso la sua campagna elettorale accompagnata dalla madre e dalla nipote, per trasmettere ai suoi elettori quanto fossero forti le sue radici, il futuro con la nipote, il passato con la madre, la tradizione e l’innovazione, in quella scena c’era lei con la sua storia
Sui fatti di Pisa – Manganelli
Fotografia Desideria Burgio
Egle Palazzolo
Dapprima è stupore, incredulità, sorpresa, poi è disagio, e se cresce, è timore, è paura. Infine è fortemente rabbia: voglia di esserci, di far sentire la propria voce, con libertà e a buon diritto, contro storture, violenze, orrori di guerre che nessuno ferma. I giovani che a Pisa e poi altrove, studenti senza armi di alcun tipo, in corteo, invocano pace ed esprimono solidarietà alle
Sui fatti di Pisa – Irragionevole Follia
fotografia Stefania Savoia
Stefania Savoia
Se è bastato un corteo di giovani, riuniti pacificamente su un tema piuttosto caldo, per scatenare una furia del genere, non credo ci sia nulla di male nel farsi delle domande su come stia messa la democrazia in questi tempi.
Quando e come, infatti, si può trovare un modo di giustificare a vari livelli, politico, strategico o anche solo razionale, i fatti di