Rosalba Bellomare
Prendo spunto dalla puntata di Presa Diretta di lunedì 6 febbraio intitolata “I poveri non esistono” per ritornare su un tema trattato più volte nelle pagine di Mezzocielo: il Reddito di Cittadinanza oggi MIA Misure d’inclusione Attiva (notizia di questi giorni).
E’ evidente che in questi anni in Italia ed in particolare al Sud, la povertà è sconosciuta perché spesso sentiamo il solito ritornello: “chi vuole lavorare lavora, e specialmente al Sud, se hai una cassetta di frutta la vendi all’angolo di una strada e ti fai la giornata”. Da destra a sinistra e al centro, si avverte un certo disprezzo nei confronti di chi riceve il reddito di cittadinanza, alla base del fenomeno una mancanza di conoscenza da cui facilmente nasce il giudizio su un provvedimento: il sostegno alla povertà, che come ci raccontava Marco Causi (in queste pagine) è sempre esistito nei governi democratici sin dai tempi della rivoluzione industriale.
L’inchiesta di ‘Presa Diretta’ ha attraversato il Paese, da nord a sud, per raccontare la povertà che avanza, il mercato del lavoro bloccato, il lavoro sempre meno retribuito e precario, le scarse misure di contrasto. Nonostante gli indicatori siano allarmanti c’è chi pensa che la povertà sia una colpa e che il welfare sia un costo piuttosto che una risorsa per far crescere la società. Si diventa poveri per concause certamente non volute, una fragilità che mette a nudo un bisogno sociale.
Durante la preparazione della manovra di bilancio del Governo Meloni, Chiara Saraceno, che è stata presidente del Comitato Scientifico sulla valutazione del Reddito di Cittadinanza, dichiarava: “Dal governo Meloni una manovra confusa tecnicamente, ma ideologicamente molto chiara. E chi perderà il sussidio si indebiterà e sarà ancora più ricattabile. Togliere il «reddito di cittadinanza» non significa trovare un lavoro, servono tempo e investimenti”. Il nuovo provvedimento in sostanza taglia possibili beneficiari come i single, i giovani in cerca di prima occupazione, insomma una parte di popolazione a cui verrà impedito di poter contare su una somma, circa 600 €, che ti fanno vivere e non altro: cioè un affitto, la spesa, e forse basta.
Se guardiamo i dati Inps, e quelli dell’Anpal (Associazione Nazionale Politiche Attive Lavoro), scopriamo che esiste una larghissima maggioranza di persone con qualifiche molto basse, hanno la terza media, talvolta nemmeno quella. Ci sono giovani, e meno giovani, molto lontani dal mercato del lavoro, hanno storie di lavoro irregolare. Il passaggio dall’essere occupabile a occupato non è automatico. Non è togliendogli il “reddito”, io lo chiamerei contributo, che troveranno un lavoro né ciò consentirà di mantenere una famiglia.
Intanto fra qualche mese queste persone, probabilmente, i tanti che percepiscono il “reddito”, torneranno a fare quello che facevano prima: si arrabatteranno, si indebiteranno, andranno alla Caritas, faranno lavoretti, incentiveranno il lavoro nero, saranno ricattabili dal sistema. Alimenteremo disagi e il passaggio obbligato ad una vita a margine della società.
Per trovare lavoro ci vogliono tempo e investimenti, non punizioni e squalifiche sociali, sottolineava la Saraceno.
Voglio ricordare che il Presidente Mattarella nel discorso di fine d’anno ha citato, fra le importanti problematiche del nostro paese, l’aumento della povertà minorile che, secondo l’Istat, nel 2021 ha riguardato circa un milione e 400mila bambini e ragazzi. A rischio di povertà assoluta (famiglie e persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile) sono soprattutto i bambini di genitori con cittadinanza non italiana (il 30% delle famiglie di soli stranieri rispetto al 5,7% delle famiglie di soli italiani), i bambini e gli adolescenti che vivono nelle regioni del Mezzogiorno (il 10% delle famiglie) e quelle monogenitoriali. La presenza di figli minori espone maggiormente le famiglie al disagio; la povertà assoluta è elevata (11,5%) in quelle con almeno un figlio minore e in quelle con 3 o più figli sale al 20%. L’aumento della povertà è indicato anche dall’aumento delle famiglie che ricorrono alle banche del cibo, istituzioni caritatevoli che ricevono gratuitamente da industrie le eccedenze alimentari, che poi vengono distribuite a chi è in difficoltà. La Fondazione Banco Alimentare onlus nel 2022 ha aiutato circa 1.700.000 persone, delle quali i minori erano circa il 20% del totale (un incremento di circa il 7 % rispetto al 2021).
Ogni governo pensa di reinventare strumenti che sarebbe meglio aggiustare e implementare. Lo fecero i Cinque Stelle e la Lega con il precedente «reddito di inclusione. Se però nei governi precedenti Cinque stelle e Pd avessero lavorato a una riforma la situazione ora potrebbe essere diversa? Intanto a giorni il Governo Meloni sta per varare il nuovo provvedimento indicato dal Ministero con il/la MIA (boh) acronimo di Misura di Inclusione Attiva, cambiamo il nome tagliamo qua e là ed il gioco è fatto, è soltanto una vergogna nazionale pensare che i poveri non esistono!
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