Egle Palazzolo
Due ragazzi torinesi sono in vacanza a Palermo. Passeggiano tenendosi per mano. Sono gay.
Improvvisamente un nugolo di giovanissimi li aggradisce selvaggiamente sino a ridurne uno in ospedale. Nessuno interviene come solitamente suole avvenire quando si assiste a una rissa, e questa volta a un arbitrario pestaggio, ma qualcuno avrà chiamato il 118 e la notizia si è rapidamente diffusa. Rabbia e vergogna, ritengo, per la maggior parte dei palermitani. Di chi non vorrebbe credere che “piccoli, idioti e barbari delinquenti crescano” e si facciano branco. E non sappiamo se abbia agito in proprio o con la copertura di chi probabilmente profitta di una minore età che rende più blanda l’eventuale pena. Perché se è vero che fatti di assurda e ingiustificabile violenza avvengono ovunque in Italia – verso omosessuali, disabili, donne, barboni che dormono ai bordi di una strada, vecchi soli e incapaci di difendersi – è anche vero che la notizia non ha un dopo perché questo tipo di attacco alla persona diventa frequente, tristemente abituale. Anzi, per dirla con parole purtroppo attuali, rischia di divenire pandemico e senza che si cerchi un vaccino adeguato. Nessuno pensa – o pochi e senza successo lo fanno – a individuare dove e come il virus nasce e contagia. Il periodo che viviamo ci suggerisce l’analogia verbale ma il fatto che questo episodio avviene a due passi da noi ci fa sentire l’urgenza di non archiviare e di non fermarci a dichiarazioni immediatamente successive. Alcuni commenti che abbiamo colto li risegnaliamo; il sindaco Orlando è intervenuto prontamente mostrando la sua indignazione e auspicando l’immediata approvazione della legge Zan, sulla quale i partiti e non solo solfeggiano ancora, Fabrizio Ferrandelli, portavoce di Più Europa ha ribadito la necessità di una maggiore sorveglianza in via Maqueda, aggiungendo che “ Palermo non è questa”, Maria Saeli, responsabile per le pari opportunità, ha espresso solidarietà e vicinanza ai due sfortunati turisti che avrebbe voluto accompagnare in giro per la città, l’albergatore Cosentino ha offerto la propria ospitalità. Ma non è qui che l’episodio può o deve fermarsi. Matura ogni giorno di più un odio sotterraneo che spesso esce dalla tana e si abbatte sulle vittime e su coloro che mai vorrebbero condividere vicinanza alcuna coi responsabili di esso, quale che sia la loro età. Che, lo ripetiamo, preoccupa sia che i gesti di odio avvengano autonomamente, frutto dell’aria che i ragazzi respirano, sia che vengano manovrati.
Nelle scuole si torni a dare peso specifico alla “educazione civica” come filosofia essenziale di vita, si dia forza ai principi fondamentali della nostra Costituzione e al loro contenuto, si faccia comprendere che rispettare l’altra persona o la persona altra da noi non è solo un dovere ma tanto di più: si insegni che la violenza fisica e verbale è pari a una continua overdose che impedirà normalità e sicurezza. La brutta pagina che questa volta si è scritta a Palermo non stracciamola perché sta arrivando la settimana successiva e vi sono tante altre notizie importanti. È vero, ci sono. Ma questa è importantissima perché riguarda la convivenza sociale, il nostro futuro, è un’ombra terribile e minacciosa e, non nascondiamoci dietro il dito, potrebbe avere il mal celato consenso di quelle parti politiche che, non a caso, ci fanno tanta, davvero tanta, paura.
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