Rita Annaloro
“Che delusione la Sicilia!” mi dice un amico venuto in vacanza a Sciacca la scorsa estate, “il pesce costa come a Milano, a mare pesci non se ne vedono, le strade hanno le buche come in Veneto, le case non sono belle, e i siciliani sono ostici, neanche ti salutano. Bella gente, però” continua forse per rabbonirmi “le ragazze hanno le gambe lunghe e anche i maschi sono ben fatti…”
Ho l’impressione che chi non lo salutava fossero proprio le belle ragazze che cercava di abbordare, perché che i siciliani siano ostici è vero, ma così maleducati da non ricambiare il saluto di un conoscente, mi sembra un po’ improbabile. “E poi non c’è la vita che trovi a New York, o a Berlino…” Penso che gli sciacchitani siano malgrado tutto onorati di sentire paragonare la loro città a New York o Berlino, ma il guaio era che il mio amico parlava sul serio, dicendo che vanno sfatati i luoghi comuni sull’isola, che è un posto normale, immagino alludendo alla moda e al costume. Queste osservazioni forse faranno sorridere qualcuno, non me purtroppo, abituata ai pregiudizi padani; negli ultimi tempi c’è stato il “boom turistico” della Sicilia, che garantiva belle vacanze a basso costo anche a chi mai metterebbe piede in un museo o in un teatro. Ed ecco sfatata la leggenda! I bar non sono un granché, il vino se lo fanno pagare e la natura è uguale a quella di altri posti.
“E l’Etna?” obietto io” un vulcano così non si trova dappertutto, e lì sono molto ben organizzati, con escursioni di vario genere”.
“Non c’è che dire, in Italia i vulcani sono messi proprio nei posti giusti” risponde lui“il Vesuvio ha già spazzato via tutto una volta, e per l’Etna si vedrà…”.
Già, e qui si vede chi sono i turisti che vorremmo attirare nell’isola. Siamo proprio sicuri di essere interessati alla loro presenza? Non è che portano jella?
Mi è piaciuto il tono semiserio dell’articolo. È chiaro che tutte le persone che visitano la Sicilia possano darne un giudizio diverso, ma c’è da dire che non si può sfuggire al fascino misterioso e talvolta inquietante che si mostra e si cela in ciò che il visitatore vede.