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Tre film dalla parte di lei. Anche troppo?

Marta Sollima

Nell’ultimo ventennio diversi autori cinematografici hanno incentrato le proprie produzioni su storie di donne da cui emergono messaggi e sentimenti di solidarietà, complicità e abnegazione sacrificale.

È il 1999 quando il regista spagnolo Pedro Almodóvar viene premiato con l’Oscar al Miglior film straniero per Tutto su mia madre, film che ha commosso il pubblico internazionale per l’unione battagliera e solidale dei suoi personaggi femminili, alcuni dei quali hanno fatto della femminilità il traguardo del loro mutamento sessuale (Agrado e Lola).

Non è insolito nella produzione almodovariana riscontrare una centralità dello sguardo e dell’agire femminile all’interno di storie che identificano negli uomini l’origine della tragedia e nelle donne un simbolo di unione e resistenza. Ad Almodóvar, regista omosessuale, non sono

2021-07-19T13:27:46+00:0019 Luglio 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Shamsia Hassani, street art per la rinascita di Kabul

Stefania Savoia

“Forse posso rendere l’Afghanistan famoso per l’arte e non per la guerra”. Questo è l’obiettivo di Shamsia Hassani, street artist afgana. Dopo una formazione artistica tradizionale, Shamsia ha imparato le tecniche dei graffiti e ne ha capito le potenzialità e il grande valore politico, soprattutto in un contesto come quello in cui vive. La città di Kabul, infatti, è ancora una città di macerie, in cui ogni futuro sembra negato, ma l’arte dei suoi murales dai colori vivi non può essere ignorata e rappresenta un invito alla partecipazione, alla cultura e alla pace. In ogni graffito Shamsia riesce a portare se stessa, cancellando il paesaggio massacrato dalla memoria della guerra,

2021-07-20T16:28:03+00:0030 Giugno 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Le parole sono le cose

Simona Arillotta

Liberazione. Mentre scrivo, è ormai trascorsa una settimana dalla festa del 25 aprile. Per giorni ho cercato di formulare un pensiero, metterlo per iscritto, trovare – insomma – le parole giuste per esprime ciò che, oggi, significa (ancora) liberazione. Non è stato semplice. Chi come me ha fatto della scrittura una professione – o almeno ci prova – sa quanto le parole siano importanti. Quanto sia fondamentale scegliere le parole da dire o – per parafrasare Alda Merini – quelle da non dire.

Qualche giorno fa, due sedicenti comici (o pseudo tali) hanno provato a spiegare in prima serata quanto la dittatura del politicamente corretto (ma esiste davvero, in Italia, il politicamente corretto?) stia ingabbiando la possibilità del

2021-06-07T09:36:46+00:005 Maggio 2021|Categorie: Storie|Tag: |0 Commenti

Un giorno mia madre mi ha detto che avrebbe voluto fumare una sigaretta

Margherita Celestino 

L’autostrada fra l’aeroporto e la città era piena di macchine e la nostra Polo blu tutta scassata era una delle tante a non vedere l’ora di essere posteggiata sotto casa. Arrivare a Palermo in estate è come infilare la testa nel forno per sentire il profumo di una torta di “bentornata” che però puzza di smog e voglia di pianificare il prossimo viaggio. Io venivo dalla Svizzera, il polmone verde della mia de-formazione artistica che mi stava trasformando in una mitteleuropea con la puzza sotto al naso. Naso che si era abituato a sentire odori come detersivo nelle case e burro in giro per la città.

Sulla A29 salsedine e residui di fogna entravano dal finestrino mischiandosi all’odore

2021-06-07T09:40:34+00:0026 Aprile 2021|Categorie: Storie|Tag: |0 Commenti

Horror Vacui

Marta Sollima

John Carpenter ha realizzato un film che si intitola Fuga da New York.

Pur non avendolo mai visto, mi sorge spontaneo adottare questo titolo applicandolo ad una mia recente esperienza: la mia Fuga da Milano.

Lo scorso febbraio ho ripreso la valigia rossa con cui sei anni fa mi sono trasferita nel capoluogo lombardo. L’ho tenuta sotto le gambe per tredici ore, durante le quali ho guardato fuori dal finestrino del treno alcuni paesaggi di varie regioni d’Italia. In diversi momenti del viaggio mi distendevo sui sedili, per poi addormentarmi con la mascherina ffp2 sul viso.

Nel 2014, anno del mio trasferimento, Milano era una metropoli horror vacui. Ovunque voltassi il mio sguardo ogni angolo della

2021-06-07T09:37:44+00:0024 Aprile 2021|Categorie: Storie|Tag: |1 Commento
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