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Il dubbio è dalla parte della scienza. E ci protegge dall’esser considerati “pezzi”

(…) Smembrati, sbalestrati, in mostra come merce, ridotti a funzione, ridotti alla parte che esegue il lavoro, sono pertanto gli umani. Nessuno ha più alcuna intenzione di prendersi cura dell’intero. Lasciare libero ciò che non serve, in realtà vuol dire abbandonarlo alla deriva, obliarlo, negarlo. Tutto ciò che un tempo componeva le qualità dell’umano, che gli dava consistenza, durata e specificità è considerato fastidio e intoppo alla produttività. Un rifiuto ingombrante. (…)

Gianfranco Perriera

Ne La catacomba molussica, intrigante combinazione di narrativa e saggio filosofico, Gunther Anders descrive – in un libro composto nel 1932, scampato alla censura nazista e pubblicato nel 1992, anno di morte del filosofo – la condizione di disfatta

2021-08-08T13:31:49+00:008 Agosto 2021|Categorie: Il nostro presente|0 Commenti

Inno ai corpi

Carla Nigro

Non mi sono mai sentita una.

Ma soprattutto non mi sono mai sentita donna.

Questo Adesso è perfetto.

Guardando un uomo con un paio di tette

Finalmente capisco che è così che si sta

Come dentro a un corpo che è tutto propenso all’infuori. Così io sento me donna.

Adesso.

Mi commuovo e mi sorprendo.

Un’immagine trasparente la sua.

Sta forse svanendo ma lo tengo stretto questo mio corpo ibridato.

Questo mio corpo che fatica a sentirsi uno solo.

Non lo lancio nella zavorra delle nominazioni, che ci sta dentro sgomitando.

Io parlo di una sottigliezza,

Quel margine in cui tutto l’io si sforza di stare solido

Ma, signori miei, quando si vive quel margine fa fatica a restare saldo

Si trasforma

Per le forme del mondo si impietosisce

2021-07-21T10:38:01+00:0020 Luglio 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

Tre film dalla parte di lei. Anche troppo?

Marta Sollima

Nell’ultimo ventennio diversi autori cinematografici hanno incentrato le proprie produzioni su storie di donne da cui emergono messaggi e sentimenti di solidarietà, complicità e abnegazione sacrificale.

È il 1999 quando il regista spagnolo Pedro Almodóvar viene premiato con l’Oscar al Miglior film straniero per Tutto su mia madre, film che ha commosso il pubblico internazionale per l’unione battagliera e solidale dei suoi personaggi femminili, alcuni dei quali hanno fatto della femminilità il traguardo del loro mutamento sessuale (Agrado e Lola).

Non è insolito nella produzione almodovariana riscontrare una centralità dello sguardo e dell’agire femminile all’interno di storie che identificano negli uomini l’origine della tragedia e nelle donne un simbolo di unione e resistenza. Ad Almodóvar, regista omosessuale, non sono

2021-07-19T13:27:46+00:0019 Luglio 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

La bella notizia è che ce l’abbiamo fatta.

Egle Palazzolo

L’Italia esce imbattuta dalla dura competizione calcistica europea. Gli italiani esultano e festeggiano. Sono la maggioranza. E la maggioranza conta, democraticamente parlando, anche in un caso come questo e cioè lasciandosi trascinare da entusiasmo e partecipazione per uno spettacolo che lo sport può e sa offrire alla grande. Ci distrae dai nostri mali (panem et circenses non c’entra affatto) e non c’è colpa. Urla di gioia per un gol attesissimo anziché di rabbia e di sgomento per tutto quanto attorno a noi e’ cattiva politica, macchinosa e condizionante burocrazia, diffusa e spesso impunita corruzione, apparato giudiziario lento e inadeguato, sbandierata e mai seriamente affrontata difesa dell’ambiente, vogliamo ammetterli o no? È la sana – e della malsana poco

2021-11-28T14:37:12+00:0013 Luglio 2021|Categorie: Dopo la notizia|0 Commenti

2001 – 2021 Genova non è servita a niente

Stefania Savoia

fonte:LaStampa.it

Essere cresciuti in Sicilia, a Palermo, deve avere contribuito a quello che è il mio senso dello Stato. Lo considero un fatto normale, non sono una fanatica, tantomeno patriottica.
I fatti, quelli che legano la mia terra all’importanza della presenza delle istituzioni, al contributo di chi ha portato la legalità nei territori dileggiati dalla mafia è certamente una delle ragioni. Ho vissuto e ho partecipato di una storia fatta di persone che si sono sacrificate nella lotta alla mafia con un senso altissimo delle loro azioni, anche di quelle che ai più risultavano irrilevanti. Eroi involontari, guidati non solo da ideali ma dai principi realmente fondanti della democrazia e della

2021-07-13T17:46:55+00:0013 Luglio 2021|Categorie: La nostra memoria|0 Commenti

Io sto con Clitennestra

Egle Palazzolo

 

La sferica installazione, elemento tuttavia ormai frequente sulla scena del Teatro Greco di Siracusa, captava, con immagini e forti colorazioni, fatti e misfatti vecchi e nuovi; poco oltre l’occhio doveva posarsi sulla fiammante Lancia chiara ai margini del palco e l’orecchio abituarsi ai molteplici colpi di pistola non negati ad alcuno dei personaggi, eccezion fatta gli dei. Nelle scene finali di innegabile effetto, il crollo di un ponte, con palese riferimento alla sciagura del Morandi. Detto ciò sommariamente, un sincero “evviva” va con tutta convinzione a Davide Livermore per un allestimento fitto e pulsante impresso alla realizzazione di Coefore-Eumenidi da un’Orestea, senza Agamennone ma non priva di lui. Regista-interprete attraverso

2021-07-13T18:00:30+00:006 Luglio 2021|Categorie: Il nostro presente|0 Commenti

Shamsia Hassani, street art per la rinascita di Kabul

Stefania Savoia

“Forse posso rendere l’Afghanistan famoso per l’arte e non per la guerra”. Questo è l’obiettivo di Shamsia Hassani, street artist afgana. Dopo una formazione artistica tradizionale, Shamsia ha imparato le tecniche dei graffiti e ne ha capito le potenzialità e il grande valore politico, soprattutto in un contesto come quello in cui vive. La città di Kabul, infatti, è ancora una città di macerie, in cui ogni futuro sembra negato, ma l’arte dei suoi murales dai colori vivi non può essere ignorata e rappresenta un invito alla partecipazione, alla cultura e alla pace. In ogni graffito Shamsia riesce a portare se stessa, cancellando il paesaggio massacrato dalla memoria della guerra,

2021-07-20T16:28:03+00:0030 Giugno 2021|Categorie: Storie|0 Commenti

La Conferenza delle Donne Democratiche incontra il Segretario del Partito Democratico Enrico Letta

Riceviamo l’intervento di Milena Gentile –  Consigliera Comunale a Palermo

e componente del Coordinamento nazionale della Conferenza delle Democratiche

Ringrazio Cecilia D’Elia per avere coordinato egregiamente il grande lavoro che la Conferenza nazionale delle Democratiche ha svolto nell’anno che è trascorso.

Dice bene Cecilia nella sua relazione introduttiva. In questo tempo di pandemia, le Donne Democratiche si sono confrontate costantemente e non si sono limitate a elaborare proposte, ma hanno tracciato una visione di Paese. Quello che può costituire una vera svolta per l’Italia è riuscire a fare oggi quello che non siamo stati capaci di fare fino ad ora: recuperare i nodi strutturali che bloccano lo sviluppo complessivo del nostro Paese, a partire dall’eliminazione delle grandi

2021-06-30T15:47:03+00:0030 Giugno 2021|Categorie: Il nostro presente|0 Commenti

Risposta a Bice Agnello sulla morte di Saman

Vorrei riprendere il lungo e articolato discorso di Bice Agnello sulla morte di Saman.  Bice parla del silenzio della maggior parte delle “femministe” (contro il chiasso delle donne di destra) come di un sottile e strisciante razzismo, riportando il pensiero di Ritanna Armeni. Partirei invece dalla netta sensazione che fra la morte di Saman, voluta dalla quasi intera famiglia pakistana, e la morte di una donna italiana, moglie o compagna, per mano dell’uomo, marito o compagno, non fa alcuna differenza. Non ogni volta che una donna viene così ammazzata le femministe italiane scendono in piazza. Il ribaltamento del modo di vivere sia familiare che sociale è un lungo processo culturale e soprattutto politico in cui le donne hanno poca

2021-06-24T12:31:40+00:0019 Giugno 2021|Categorie: Interventi|0 Commenti

Saman, nostra sorella

Beatrice Agnello

Sull’omicidio premeditato di Saman Abbas – pakistana di 18 anni, residente in Italia da lungo tempo, ribelle al matrimonio che la famiglia voleva imporle e ai diktat della tradizione patriarcale del suo paese d’origine – su questo femminicidio, donne di sinistra, organizzazioni femministe e movimenti Lgbt+ avrebbero dovuto gridare indignazione e denuncia, riflettere pubblicamente, discutere con le donne provenienti da paesi dove si fa strage della libertà femminile e appoggiarne la causa con forza.

Si è invece registrato un silenzio che ha lasciato a qualche esagitata di destra come Daniela Santanché lo spazio per strepitare contro l’Islam, gli immigrati, lo Ius soli quasi senza contraddittorio davanti al pubblico televisivo, lasciato in balia della propaganda di chi grida contro il

2021-06-13T14:29:26+00:0013 Giugno 2021|Categorie: Il nostro presente|Tag: |1 Commento
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