Fatima Giallombardo

Voleva fare la giornalista Anna, voleva girare il mondo, capirlo. 

Un’aspirazione tenace la sua, tanto quanto il divieto di un padre allarmato dagli avventurosi progetti di vita di una ragazzina degli Anni Sessanta.  Eppure, quel sogno sarà vissuto. 

Anna incontra e sposa Giovanni Giudice, biologo molecolare, brillante allievo di Alberto Monroy, la cui fondamentale ricerca sul DNA dei ricci di mare apre quell’orizzonte del lungo viaggio, tanto desiderato da Anna, che porta il marito presso i più importanti laboratori sperimentali in America, Russia, Giappone.

Con il suo narrare accattivante, capace di accogliere i lettori come amici di lunga data, Anna tratteggia affettuosamente il profilo delle tante persone conosciute e le modalità del vivere talora stranianti ma vissute con apertura emotiva e rispetto dell’altrui cultura.

Dopo il lungo andare, reso nel frattempo più avventuroso dalla comparsa in scena di due bambini, con incrollabile tenacia educati alle meraviglie di Oriente e Occidente, la famiglia rientra a Palermo.

Qui il talento organizzativo di Anna Giudice emerge in tutta la sua pregnanza e determinazione a superare qualunque ostacolo. In collaborazione con il nascente Museo delle Marionette di Antonio e Jeanne Pasqualino e con la Scuola antropologica palermitana di Antonino Buttitta, Anna, grazie a mostre e allestimenti di indimenticata bellezza in luoghi iconici della città, contribuisce a valorizzare aspetti trascurati e occultati della nostra cultura tradizionale e delle élite cittadine.

Non meno interessanti le pagine dedicate allo scenario scientifico politico e sociale della Palermo degli Anni Settanta, anni attraversati da vivaci confronti e grandi illusioni.

Questo e altro ancora campeggia nell’appassionato racconto che Anna Giudice dedica alle sue nipotine e a quelli che verranno dopo. Ma anche, e affettuosamente, ai suoi lettori.