Rosalba Bellomare
Le donne dell’Associazione “Non una di meno Palermo” ci riprovano, dopo la prima manifestazione promossa per il caso di violenza, aberrante e mostruosa, accaduta il 7 luglio scorso a Palermo sul corpo di una giovane donna, sabato 9 settembre le ragazze, agguerrite più che mai hanno riconvocato una manifestazione regionale, escludendo qualsiasi forma di riconoscimento d’identità politica e/o sindacale.
Convocazione tra piazza Pretoria e piazza Bellini, concentrate tra le statue di una fontana un tempo tra i simboli della rinascita culturale della città, oggi leggiamo dalle cronache palermitane che l’acqua ha preso il colore verde marcio per mancanza di manutenzione, non è un dettaglio di poco conto se pensiamo che la politica regionale preferisce concentrarsi sul rimpasto della giunta di Palermo a seguito di passaggi e cambi di casacca di consiglieri comunali.
Il tema della violenza vede tante posizioni e le donnine (non me ne vogliano per il vezzeggiativo benevolo) di “Non una di meno Palermo” ce la mettono tutta a proporre il loro “manifesto” che alla politica di governo interessa ben poco, ma per fortuna oggi l’Assessore Regionale alla Famiglia ha annunciato ben 2 milioni e 487 mila di finanziamenti per contrastare il fenomeno; ma dove erano nascosti mi chiedo, semplice sono fondi dello Stato stanziati nel 2021, presumo che da due anni questi fondi fossero a riposare nell’inerzia della burocrazia regionale.
Il contributo più importante è quello che dovrebbe permettere alle donne vittime di violenza di riconquistare una vera autonomia dal compagno o marito. Bene, potremmo dire, siamo sicure che è l’elemento cardine per prevenire e impedire la violenza? Leggiamo da voci competenti che proprio l’autonomia e l’indipedenza delle donne dal compagno è quanto non tollerano questi uomini violenti. Somme, continua la notizia, che potranno essere utilizzate per trovare una casa e/o per aprire un’attività.
Tre bandi per finanziare le donne vittime di violenza, è stata chiamata dal governo regionale “manovrina di soccorso sociale” con fondi stanziati dallo Stato nel 2021, bandi pubblicati venerdì e da quel momento scattano i 30 giorni per presentare la domanda.
Insomma, care ragazze di “Non una di meno Palermo” tanti soldi per un massimo 12 mesi di cui voi non conoscerete nulla, perché non ci verrà mai detto che fine faranno le somme né quando.
Altri finanziamenti sono destinati per le strutture di accoglienza a indirizzo segreto che, come sempre per l’inerzia e l’inettitudine della burocrazia regionale, se cerchi nelle maglie del sito troverai non solo l’indirizzo ma molto molto di più della segretezza del dato.
Quindi sciatteria, menefreghismo e tanti soldi. Vecchie pratiche di cui la politica non si fa carico per capire come prevenire ed arginare un fenomeno sociale che il Presidente della Repubblica Mattarella ha definito “barbarie sociale”, invitando tutte le istituzioni ad un “impegno educativo contro concezioni miserabili dei rapporti”.
Forse le donne dovrebbero trovare una strada, un modo che metta insieme non solo rabbia ma anche competenza, che possa aiutare le elette nei consigli comunali, nelle circoscrizioni, nei parlamenti a trovare il percorso giusto che vada oltre le appartenenze, per promuovere politiche che si rivolgono a tutte e non piccoli centri di potere spesso gestiti da uomini bravi ad affondare le proprie mani nelle maglie dei finanziamenti.
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