Letizia Battaglia, una donna irriducibile nella sua libertà, irriducibilmente soggetta alle sue passioni, quelle civili e quelle private, ci lascia oggi, ma non si spegne. La passione è stata la sua carica vitale e l’ha fatta espandere nel mondo, ne voleva vivere ogni attimo senza cedere all’inesorabilità degli anni che passano. No, non si è mai spenta e mai ha smesso di alimentare il suo talento per indimenticabili scatti fotografici e anche per la comunicazione di un’immagine diversa da vecchi stereotipi della donna siciliana.
Mezzocielo le deve molto, Letizia si è spesa per fare vivere la creatura di cui è stata madre insieme a Simona Mafai e le ha impresso la sua identità attraverso l’impatto delle sue immagini e delle altre foto che sceglieva, ma anche quando inventava un titolo o quando scriveva, non spesso ma molto efficacemente.
In lei, come in Simona, abbiamo avuto una madre che ci ha nutrito. Erano del tutto differenti l’una dall’altra ma la loro interazione è stata l’anima di una rivista che è stata plurale fin dalla sua nascita.
Le siamo grate e speriamo di essere degne della sua eredità creativa e appassionata, come di quella di Simona con la sua intelligenza politica e la sua capacità di tessitura fra donne diverse, e di un’altra madre sebbene più simile a una sorella, Rosanna Pirajno, la cui meditata passione ambientalista e civile continua ad essere per noi un punto di riferimento.
Quando ci ha lasciate Simona, nel 2019, Letizia, che non voleva pensare alla morte ma solo all’intensità della vita nella sua pienezza, ha intitolato l’inserto che le abbiamo dedicato “Cin cin, Simona”. La stessa cosa vogliamo fare oggi per Letizia, alziamo il bicchiere e ci accendiamo una sigaretta, come avrebbe fatto lei.
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